Gelmini

« Older   Newer »
  Share  
frizzetto94
view post Posted on 13/4/2009, 13:17




Il suo primo provvedimento è il Decreto Legge 137/2008 datato 1 settembre 2008 e intitolato "Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università", poi convertito in legge dal Senato il 29 ottobre 2008 sotto il nome di Legge 169/2008.[16]

Tra le novità introdotte dal decreto, ha ricevuto grande attenzione da parte dell'opinione pubblica la reintroduzione, a partire dal 2009, del maestro unico nella scuola primaria in sostituzione del precedente sistema con 3 insegnanti per ogni 2 classi e un orario compreso tra le 27 e le 30 ore settimanali per il modulo e dalle 30 alle 32 ore per il tempo pieno. Tale provvedimento, a detta del ministro, si sarebbe reso necessario per adeguare il rapporto tra studenti e insegnanti alla media europea.[17] In particolare, si prevede che il reclutamento del personale docente debba in ogni caso essere pianificato in proporzione a tale riduzione, cioè sulla base di un tempo scuola limitato a ventiquattro ore settimanali. Questo provvedimento, in base a quanto previsto dal governo nella legge finanziaria 133/2008, dovrebbe concorrere a una riduzione di 7,8 miliardi di euro della spesa pubblica scolastica tra il 2009 e il 2012, evitando l'immissione in ruolo di 85.000 docenti precari.[18]

A fronte delle preoccupazioni espresse per la riduzione dell'orario, la Gelmini ha sostenuto in un'intervista che il tempo pieno non solo non verrà meno, ma verrà aumentato ed esteso a più classi senza alcuna spesa ulteriore.[19] Di fatto nel piano programmatico redatto dal ministro, viene delegata agli istituti ampia autonomia per quello che riguarda la durata e l'articolazione dell'attività educativa, ferme restando le disposizioni del decreto: in altri termini, le scuole potranno ampliare l'offerta formativa a loro spese, cioè senza contributi da parte dello stato.[17] In seguito la Gelmini ha garantito alle famiglie la possibilità di scegliere il percorso formativo in cui inserire gli studenti, spaziando dalle 24 ore del modulo con maestro unico alle 30 del tempo pieno;[20] in occasione delle iscrizioni all'anno 2009-2010, il 90% delle famiglie ha comunque scelto di usufruire delle soluzioni con orari superiori alle 24 ore originariamente proposte dal ministro, suscitando perplessità riguardo il reperimento dei fondi necessari ad esaudire tali richieste.[21]

Il ministro Gelmini ha inoltre stabilito nel decreto il ripristino del valore in pagella del voto in condotta, promuovendolo quindi a parametro di valutazione complessiva dello studente; il provvedimento servirebbe secondo il ministro a contrastare il fenomeno del bullismo diffuso nelle scuole.[22] Questo intervento ha incontrato sia pareri positivi, tra cui quello del Moige, ma anche perplessità, come quelle espresse dall'associazione religiosa Exodus onlus.[23] Vengono inoltre ripristinati in pagella i voti in decimi, a sostituire i giudizi.

In materia di strumenti scolastici il decreto, così come modificato alla Camera e in esame al Senato, prevede che i libri di testo per la scuola primaria vengano adottati solo nel caso in cui «l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio [successivo alla data di adozione ndr.], salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili», e che vengano sostituiti con cadenza quinquennale al fine di ridurre il fenomeno del "caro-libri".[24] Un provvedimento simile è stato adottato anche per le scuole secondarie di primo e secondo grado, nelle quali però i libri verranno sostituiti ogni sei anni invece che cinque.[25]

Si stabilisce infine che dall'attuazione del presente decreto «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».[24]


Decreto Gelmini sulle Università [modifica]
La conversione in legge del decreto sulla scuola primaria e secondaria è stata seguita, il 10 novembre 2008, dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge 180/2008 intitolato Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca.[26] Gli obiettivi principali del decreto riguardano l'innalzamento del turn over dal 20% (imposto a tutte le amministrazioni dalla precedente Legge 133/2008 approvata ad agosto dallo stesso governo) al 50% per quegli atenei che non sono ritenuti "onerosi", ossia con una spesa per il personale superiore al 90% dello stanziamento statale, questi ultimi invece non potranno bandire concorsi per l'assunzione di nuovi docenti, ricercatori o personale amministrativo. Vengono inoltre modificate le procedure di valutazione degli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia e dei ricercatori attraverso l'introduzione di criteri di sorteggio per i membri delle commissioni esaminatrici, allo scopo di impedire la predeterminazione dell'esito dei concorsi e di incoraggiare quindi una maggiore partecipazione.

Il provvedimento è stato approvato alla Camera il giorno 8 gennaio 2009.[27]


Antefatto: Legge Finanziaria Triennale n.133/2008 [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Legge 133/2008.

Il provvedimento sull'adozione del maestro unico ha recepito[17] quanto precedentemente disposto nell'articolo 64 del D.L. datato 25 giugno 2008 e poi convertito in legge il 6 agosto 2008 (legge n.133, "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"), nel quale era stato previsto di realizzare «per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012» con la precisazione che «una quota parte delle economie di spesa [... venisse] destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall'anno 2010».[28] Le cifre del D.L. sono state tradotte in criteri operativi nel piano programmatico redatto dalla Gelmini con il concerto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che prevede esuberi stimati intorno alle 87.400 unità per il personale docente (entro l'anno scolastico 2011/2012), e alle 44.500 unità per il personale ausiliario ATA (nel triennio 2009 - 2011).[17]

Nel medesimo decreto legge, ma all'articolo 16, si consente alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato (con un voto a maggioranza assoluta del senato accademico), ossia in enti dotati di autonomia gestionale, organizzativa e contabile in deroga quindi «alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, ma comunque nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario».[28]


Altri provvedimenti e dichiarazioni [modifica]
La Gelmini si è detta favorevole al ritorno del grembiule alle elementari sia per una questione di ordine, sia per eliminare le differenze sociali tra gli scolari che tenderebbero ad emergere in particolare nell'abbigliamento più o meno "griffato".[29] Secondo i risultati di un sondaggio riportati da un quotidiano, tale decisione ha incontrato l'approvazione della maggioranza degli intervistati.[30]

È anche previsto, a partire dall'anno scolastico 2009/2010, l'avvio dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione civica e di attività di formazione alle regole della strada e al rispetto dell'ambiente.[31] La Gelmini ha inoltre promosso l'utilizzo di nuove versioni digitalizzate dei libri di testo.[32]

Nell'ottobre 2008 infine il ministro ha stanziato i fondi per l'acquisto di 10.000 lavagne interattive multimediali, collegabili a computer ed anche alla rete internet.[33]


Controversie [modifica]
La Gelmini, per aver avviato con il suo piano programmatico del 2008 una politica di tagli al personale per un totale di circa 87 mila insegnanti e 44 mila tecnici[34] senza la concertazione con i Sindacati, ha portato gli stessi, e in particolare le sigle Gilda, Cobas, CGIL, CISL e UIL, a manifestare la loro contrarietà temendo ricadute sia sul tempo-scuola che sull'occupazione.[35] Il ministro ha giustificato l'azione di governo sostenendo che le scuole rappresentano un'«agenzia educativa, e non un’istituzione per moltiplicare posti di lavoro»,[23] e che il provvedimento si è reso necessario in quanto al momento «il 97% della spesa [scolastica] è in stipendi».[19] In un primo momento, anche il ministro leghista Umberto Bossi non si era trovato d'accordo con tale decisione,[36] ma poco dopo ha dichiarato che nei confronti della Gelmini non esiste nessun conflitto. Il provvedimento sull'adozione dei libri di testo è stato invece criticato dall'A.I.E. (associazione italiana degli editori),[37] così come il provvedimento legato all'introduzione delle lavagne multimediali.[38]

Altre polemiche sono state suscitate dalla proposta avanzata dal ministro di potenziare il sistema italiano di attribuzione dei meriti, ostacolato da «forti disincentivi alla capacità individuale»[11]; in proposito, è stata criticata perché lei stessa si era trasferita per poter sostenere l'esame di abilitazione alla professione di avvocato a Reggio Calabria, ove la percentuale degli ammessi sarebbe stata pari ad oltre il triplo rispetto a quella nella città di Brescia. La Gelmini si è difesa affermando che all'epoca i suoi genitori non potevano permettersi di mantenerla a lungo negli studi, e che essendo sfavorita da un sistema generale di "esamificio" dominato a suo parere da una logica di casta che promuoveva esclusivamente i figli dei giuristi più emergenti, l'unico modo per ottenere l'abilitazione fosse quello di sostenere l'esame in un'altra sede.[5]

Un episodio simile è stato innescato da un'indagine svolta dall'OCSE: basandosi sul rapporto di valutazione della qualità della formazione scolastica effettuato nel 2007, nel quale gli studenti degli istituti meridionali risultano collocati agli ultimi posti,[39] la Gelmini ha sostenuto che «nel Sud alcuni istituti abbassano la qualità dell'istruzione» alimentando diverse critiche anche da parte dei suoi stessi alleati, come il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, che ha definito "razziste" le parole del ministro. La Gelmini si è giustificata precisando di riferirsi «alle scuole, non agli insegnanti».[40]

Al fianco della Gelmini si sono schierati sia membri del suo stesso partito, come Maurizio Gasparri, che ha giudicato le accuse alla Gelmini strumentali e animate da una visione ideologica di parte,[41] sia alcuni esponenti dell'opposizione, come l'ex-ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer, parzialmente a favore del suo operato e dell'intenzione di riformare la scuola.[42] È stato poi lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a riaffermare la necessità di un rinnovamento del sistema scolastico, aggiungendo che nessuna parte politica o sociale può sottrarsi a questa esigenza, e che «non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell'esistente».[43]

Alcuni degli esponenti politici della maggioranza e dei giornalisti che si sono espressi a sostegno del provvedimento hanno contestato la scelta, risalente al 1990, di modificare il sistema scolastico allora vigente, reputandola non funzionale al miglioramento della didattica scolastica bensì mirata alla creazione di nuovi posti di lavoro, nell'ottica di un "consociativismo politico-sindacale" che, a loro giudizio, avrebbe caratterizzato molti aspetti della vita repubblicana e in aperta contraddizione con una concomitante presunta diminuzione della popolazione scolastica italiana.[44] Le indagini ISTAT hanno in effetti stimato, nel decennio antecedente, un calo demografico in tale fascia.[45]

Una manifestazione di studenti universitari a Palermo contro i provvedimenti del ministro GelminiI provvedimenti varati dalla Gelmini nella legge finanziaria e nel primo decreto hanno suscitato una dura reazione da parte del mondo della scuola e dell'università: per tutto il mese di ottobre 2008, si sono susseguiti scioperi degli insegnanti e del personale ATA, manifestazioni dei genitori delle elementari, oltre a diverse iniziative dei movimenti studenteschi delle superiori e delle università, cortei, lezioni in piazza. Il ministro ha dichiarato in una trasmissione di Canale 5 di non capire le ragioni della protesta,[46] e verso la fine del mese ha accettato di incontrare una rappresentanza degli studenti universitari e medi. Il rifiuto della Gelmini di ritirare il decreto ha tuttavia portato alla spaccatura delle associazioni studentesche, divise tra chi considera concluso il dialogo e chi invece intende continuarlo.[47]

Durante una visita del ministro in un liceo di Roma le forze di polizia hanno provveduto all'identificazione di alcuni contestatori. La Gelmini, informata sull'accaduto, ha chiesto alle forze dell'ordine di non intervenire in futuro in situazioni simili dichiarando di essere in grado di affrontare personalmente la dialettica con chi alza la voce.[48]

 
Top
Habbo & Habbo
view post Posted on 14/4/2009, 07:50




Troppe norme che non mi calano
 
Top
1 replies since 13/4/2009, 13:17   51 views
  Share